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Da tifoso nerazzurro sono orgoglioso di questa squadra, di questi colori, di questo miracolo calcistico in un anno così cupo per tutti. Ma sempre da tifoso nerazzurro mi vergogno per quelle scene viste ieri in Piazza Duomo, con la folla di tifosi festanti e andata oltre ogni eccesso immaginabile. Gli esperti si aspettano un aumento di contagi nei prossimi 15 giorni, io mi aspetto una maggiore responsabilità da parte di questi tifosi e anche delle autorità che dovrebbero mettere in campo i dovuti controlli. Il sindaco Beppe Sala è stato criticato aspramente per la gestione di una situazione che, a detta di molti, “poteva essere prevista”. Anche perché sono stati molti i tifosi poco rispettosi delle regole, tra mascherine e assembramenti, iniziati fin dalle 17 in Duomo. Tra cori e fumogeni, molti supporter nerazzurri sono anche saliti sul monumento a Vittorio Emanuele II, al centro della piazza, stendendo una bandiera tricolore su uno dei due leoni alla base del monumento. La Curva Nord si è ritrovata davanti al Castello Sforzesco, in Largo Cairoli, per i festeggiamenti con tanto di fuochi d’artificio. Assembramenti che da molti però sono stati considerati eccessivi. Vigili in giro? Pochi, ben pochi rispetto alla situazione che si è venuta a creare ed ampiamente prevedibile, dato che l’Atalanta avrebbe potuto pareggiare con il Sassuolo (cosa che è avvenuta) consegnando di fatto con cinque giornate d’anticipo lo scudetto all’Inter, che a dire il vero aveva previsto una festa Sabato prossimo, dopo l’incontro con la Samp (ed era stata fatta una richiesta ufficiale anche alla Lega Calcio per anticipare l’incontro alle 15). Alla fine la festa di piazza Duomo, decisamente fuori controllo è stata interrotta dalla polizia ben oltre l’orario del coprifuoco: solo allora la Prefettura ha deciso di intervenire, anche questo non è un piccolo dettaglio se si vuole garantire l’ordine e la sicurezza pubblica in una grande metropoli come Milano. “Sindaco, perché i tifosi dell’Inter possono fare questo casino, e noi comuni mortali dobbiamo rispettare le regole anche per andare a mangiare una pizza?”, è uno dei tanti commenti che si legge sulla pagina Facebook del primo cittadino milanese. “Inaccettabili”, è la definizione data da Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd, per i tifosi assembrati in Duomo. Rincara la dose il governatore della Lombardia Attilio Fontana: “Era probabile che eventi del genere si potessero verificare. L’importante è che non si verifichino più. Bisogna chiedere alle persone il rispetto delle misure di sicurezza. Mi auguro e spero che non aumentino i contagi, ma questo lo potremo dire tra due settimane”. Per il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Mario Locatelli “La gioia la si può comprendere però credo che su di essa debba prevalere il senso di responsabilità: 121mila morti devono averci insegnato qualcosa. Onorare la loro morte vuol dire evitare assembramenti”. Dunque diamo tre pagelle: 10 all’allenatore Conte, diventato il vero leader di questa squadra e anche di una azienda che a metà anno ha annaspato come poche per i contraccolpi finanziari del covid, arrivando anche a ritardare gli stipendi ai giocatori (deve ancora pagare sette mensilità). Su Conte molti tifosi nerazzurri erano sempre stati scettici per quel suo trascorso bianconero, ora si dovranno ricredere e chiedere scusa: ha spodestato di fatto il regno incontrastato della Juventus, ha studiato a tavolino, pezzo per pezzo, la rinascita di una squadra che all’inizio sbandava e che ora eccelle in ogni reparto. Con tanta pazienza e tanto talento ora non fa più rimpiangere Mourinho.

9 alla squadra e alla dirigenza che in un anno così difficile di contagi e pesanti ripercussioni anche sotto il profilo psicologico ed economico hanno saputo onorare al meglio i colori nerazzurri, dominando di fatto il campionato ed estirpando la vecchia mentalità di un club che arrivava sempre in cima al monte per poi crollare all’ultimo.  4 ai tifosi, che ieri sono andati in Piazza Duomo a festeggiare mettendo in campo uno spettacolo indecoroso per tutti gli italiani, ancora in una situazione difficile per un Paese che tenta di uscire dal tunnel con un piano vaccini che ha faticato a lungo a decollare e che ora mostra segnali di speranza. Quella speranza che però si perde nei neuroni di certi tifosi.