La spolverata di neve di domenica notte è stata davvero efficace, considerando che ne è caduta davvero poca ma che, grazie alla sua qualità, perché a temperature sottozero, si è conservata più che bene apparendo, a distanza di giorni, ancora come un velo di polvere. Merito anche delle nebbie e delle temperature piuttosto basse.
L’inverno però, anche se le temperature e il colore a macchie della neve ci ricordano che è ben presente, si prende una piccola pausa, nel senso che non solo il cielo sarà sereno, il che non è inusuale per la stagione, ma dato che le nebbie si prenderanno qualche pausa in più, le temperature, specialmente in collina, potranno risultare piuttosto miti, certo senza raggiungere gli eccessi dei quasi 20 gradi di pochi giorni fa. Probabilmente arriveremo a 10 o qualcosa di più, ma non è nemmeno poco. Qualche grado in meno invece al piano, per inversioni termiche che, più marcate di notte, potranno resistere anche di giorno, portando le temperature verso gli 8-10 gradi, anche se è più probabile pensare a valori mediamente più bassi. Le giornate intanto si percepiscono più lunghe, anche se il passo per la primavera è ancora lungo. E lo è ancora di più pensando che siamo nel bel mezzo della nuova ondata pandemica.
A scuola (lavoro all’Istituto Pertini di Voghera) abbiamo riaperto e, con grande impegno di tutti, stiamo riuscendo a non cedere al virus questo servizio essenziale, nonostante i professori e i ragazzi positivi, i docenti no-vax che vanno sostituiti con o senza straordinari. Non so se è stata una buona idea aprirle subito, ma come ha detto il primo ministro Draghi, le occasioni di incontro ci sono comunque, e se ci sono le occasioni di incontro significa che ci si può muovere. Fermare proprio la scuola non sarebbe stato giusto. Questa volta invece che chiuderci in casa impauriti stiamo provando, con molti mezzi di difesa in più, a scommettere anche con questo, sul presente e sul futuro: passano anche attraverso la formazione di generazioni che devono crescere ed istruirsi il più normalmente possibile.

Marcello Poggi