A cura di Manuela Taverna

 

Era la scelta da tutti pronosticata, quella più logica, per tanti aspetti, e così infatti sarà: l’inaugurazione della nuova sede di Milano della Fondazione Prada (avvenuta sabato 9 maggio scorso) nel pieno del via all’Expo 2015, quando Milano è diventato il “centro del mondo” della comunicazione, della creatività, dell’innovazione, con puntati i riflettori dei media di tutto il globo. Le giornate di anteprima hanno visto il direttore artistico della fondazione, Germano Celant, protagonista assoluto come responsabile dei progetti artistici dell’Expo. La nuova sede di Milano, combina edifici preesistenti e tre nuove costruzioni, risultato della trasformazione di una distilleria risalente agli anni dieci del Novecento. Situato in Largo Isarco, nella zona sud di Milano, il complesso si sviluppa su una superficie totale di 19mila m2, di cui 11mila saranno utilizzati per le attività espositive. E l’annuncio delle date è stato arricchito da diversi dettagli: come il bar ideato dal regista Wes Anderson all’entrata del nuovo centro, che ricrea l’atmosfera dei tipici caffè di Milano. Assieme all’area didattica dedicata ai bambini e sviluppata con gli studenti dell’École nationale supérieure d’architecture de Versailles. Tanti i progetti già in cantiere in occasione dell’apertura della nuova sede, con protagonisti di livello internazionale. Come Robert Gober e Thomas Demand, che realizzeranno installazioni site-specific in dialogo con le architetture industriali e con i nuovi spazi, mentre Roman Polanski esplorerà le suggestioni cinematografiche che hanno ispirato i suoi film in un progetto che si tradurrà in un documentario inedito e in una rassegna cinematografica. Parallelamente ai nuovi spazi di Milano, rimarrà attiva la sede di Venezia a Ca’ Corner della Regina: da maggio e nel corso dell’estate 2015 i due spazi saranno idealmente uniti da due mostre di arte antica a cura di Salvatore Settis. Serial Classic, a Milano, e Portable Classic, a Venezia: la prima dedicata alla scultura classica, la seconda tesa ad esplorare origini e funzioni delle riproduzioni in miniatura di sculture classiche.