Giunti alla metà di settembre già possiamo fare le prime valutazioni e concrete previsioni su come arriveremo alla fine della campagna. Circa il 50% delle uve sono state raccolte, la vera vendemmia, in Oltrepò e nel Piacentino, è iniziata nella settimana del 20 agosto, vero che ci sono stati casi di aziende la cui raccolta delle uve chardonnay e pinot nero (per la produzione di basi spumante)  l’hanno anticipata di circa dieci giorni , però si è trattato di casi particolari. In Oltrepò è ormai terminata la raccolta delle uve pinot nero, chardonnay, pinot grigio e riesling italico, in questo momento è in corso la raccolta del moscato. Anche nel Piacentino è terminata la raccolta di pinot nero (ancora quantità marginali), chardonnay e ortrugo, attualmente è in corso la raccolta delle uve malvasia. La produzione in termini quantitativi è molto alta se paragonata a quella del 2017 (considerata la più scarsa dell’ultimo ventennio) in ogni caso sarà abbondante. Stando alle previsioni dell’Associazione Enologi la produzione totale nazionale dovrebbe assestarsi intorno ai 56 milioni di ettolitri, contro i 46 milioni del 2017. In Lombardia (e quindi in Oltrepò Pavese) è previsto un aumento del 20/25% mentre in Emilia (Piacentino) un aumento del 30%. Sono numeri importanti da tenere in forte considerazione dal momento che, terminata la “battaglia vendemmiale”, il teatro di “guerra” si sposterà sul mercato del vino. E qui nasceranno le dolenti note. In Italia i consumi pro capite di vino sono in diminuzione (i dati più recenti parlano di 35 litri per ogni Italiano), quindi applicando la semplice moltiplicazione (0,35 Hl x 60 milioni di cittadini) si ottengoni 21 milioni: se la produzione confermerà i 56 significa avere un’eccedenza di 35 milioni di ettolitri di vino che dovranno essere venduti all’estero con tutte le problematiche del caso. Riprendendo il tema iniziale, trovando tra circa un mese conferma nella realtà riguardo alla produzione, passiamo alla qualità. Saremmo tacciati di incoerenza se sostenessimo che la vendemmia 2018 passerà agli annali come annata eccellente: la quantità alta spesso non si coniuga ad un’alta qualità, anche se comunque ci possono essere delle eccezioni. Ogni azienda, come la nostra Santa Giustina, mette in atto azioni agronomiche già a partire dal vigneto con diradamento dei grappoli e selezioni delle uve attraverso la rigorosa raccolta manuale. In questo modo nascono le partite di vino da destinare alle “riserve” che mantengono alto il livello qualitativo anche in annate piuttosto “critiche”. I mosti di pinot nero e chardonnay ormai hanno terminato la fermentazione ed i profumi sono evidenti e ben identificabili, la struttura è buona e pertanto si otterranno vini ideali per la produzione di spumante charmat. Il mosto di ortrugo dei Colli Piacentini è in piena fermentazione mantenuta controllata attraverso il rigoroso controllo della temperatura che non deve mai oltrepassare i 20 gradi c.. Il tenore zuccherino, intorno al 18%, permetterà di ottenere vini piacevoli, profumati di delicata struttura come deve essere un buon vino bianco in versione vivace. Per quanto riguarda il mosto di malvasia ottenuto verifichiamo che con la vendemmia 2018 non mancherà il profumo: le uve sono giunte alla vinificazione sane e mediamente mature, quindi ricche dei preziosi componenti aromatici tipici di questo meraviglioso vitigno. Oggi, 15 settembre, attendiamo di iniziare la raccolta delle uve a bacca bleu, rappresentate da barbera, croatina, merlot e cabernet sauvignon. Se le condizioni meteorologiche si manterranno stabili il via alla raccolta sarà dato verso il 20. Le uve al momento si presentano sane con grappoli compatti ed acini turgidi, le piogge, tanto invocate in certi periodi, in questo che stiamo vivendo ora, per il Viticoltore non sono da considerarsi un generoso alleato.

Guerrino Saviotti – Enologo