In molti, quando hanno visto l’Altare della Patria deserto e quell’uomo con i capelli bianchi salire quelle lunghe scale, circondato da un silenzio surreale, hanno fatto un salto indietro nel tempo, di qualche settimana. Quella volta tutto il mondo stava guardando Piazza San Pietro, in un tardo pomeriggio di pioggia battente, in quell’altra piazza deserta dove camminava claudicante Papa Francesco per arrivare a quel Crocifisso miracoloso da implorare per la fine della pandemia. Questa volta era una cerimonia laica, come laico è da sempre il 25 Aprile. Ma il significato è stato ugualmente forte. E in quell’omaggio solitario al Milite Ignoto del Presidente della Repubblica Mattarella c’era tutta l’Italia stretta. Tranne qualcuno, a cui la democrazia di cui gode oggi grazie al sacrificio dei nostri nonni e bisnonni, a poco è servita se non a mettere in mostra tutta la sua ignoranza e spregiudicatezza nell’attaccare un uomo che ha compiuto un gesto carico di profondo significato. In segno di rispetto ha portato una corona al Milite Ignoto, un trombettiere dei carabinieri ha suonato il silenzio, un silenzio che valeva più di mille parole. Poi Mattarella ha disceso lentamente le scale tirando fuori dalla giacca una mascherina, si è coperto il volto con un gesto di attenzione verso tutti gli italiani, quasi a voler rimarcare che se tutti la indossassimo e rispettassimo il distanziamento potremmo dare una spallata a quel virus che ha sconvolto le nostre vite. Come in quel lontano 1945 anche oggi piangiamo tanti nostri cari, questa volta quella mascherina ci ricorda il sacrificio di medici ed infermieri negli ospedali, di coloro che ogni giorno lavorano per assicurarci i beni primari, dagli alimentari alle medicine, la ricerca del vaccino…mentre noi stiamo in casa a lamentarci per la “troppa noia”..Oggi, come allora, ci sono persone che hanno salvato tante vite mettendo a repentaglio la loro vita. La Resistenza, La Liberazione e la fine della “follia” nazifascista, ha spiegato in un messaggio Mattarella, fanno parte della storia della Repubblica, ne costituiscono una “riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale” che oggi, ancora una volta, deve fornire al Paese quella potente energia comune – ben rappresentata dal Tricolore – per affrontare insieme la fase di rilancio del Paese in continuità con i valori del 25 aprile. Il Capo dello Stato ha elogiato i “partigiani dei nostri giorni”, i combattenti della “prima linea” che oggi sono medici, infermieri, ausiliari, operatori sociali, forze dell’ordine, operai, trasportatori, e quanti stanno facendo andare avanti il Paese. Cittadini che “manifestano uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della nostra convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario il nostro Paese”. Uniti e solidali, dunque, oggi come allora, per passare oltre la fase due, dove “serve una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale e a questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore”. Tutti uniti, attorno a quell’Altare della Patria e a quel Tricolore per riprogrammare il nostro futuro. Anche per conto di quei pochi imbecilli che hanno criticato il gesto di un uomo che, come Papa Francesco, sarà ricordato nei libri di storia di questi giorni drammatici che stiamo vivendo. #puntodivista #diegosocialmediajournalist #25Aprile #iericomeoggi #Mattarella #ungestosimbolico #Resistenza #solidarietà #tricolore #AltaredellaPatria #emergenza #coronavirus #paviaunotv #itinerarinews #agenziacreativamente