Piacenza, città messa già a dura prova dalla pandemia (è stata una delle zone più colpite tra Marzo e Aprile e che ha lasciato sul campo numerose vittime), ora si trova al centro della cronaca nazionale per un’altra brutta notizia che ne sporca l’immagine a dismisura: per la prima volta una intera caserma dei carabinieri è stata sequestrata, sei i militi dell’arma arrestati (uno finito ai domiciliari). Una indagine, quella della Procura, coordinata dal neo procuratore Grazia Pradella, che ha scoperchiato anni di illegalità: i reati contestati andrebbero dallo spaccio, all’estorsione fino alla tortura. Tra le ipotesi d’accusa ci sarebbero anche certificazioni fornite da un carabiniere in modo da consentire a spacciatori piacentini di raggiungere Milano per rifornirsi di droga durante il periodo di lockdown. Oltre ai carabinieri sono state arrestate altre 12 persone. Al centro di quello che “pare più un romanzo noir che una vicenda reale in una caserma degli orrori”, come ha spiegato il gip Luca Milani che ha ordinato gli arresti, c’è la caserma Levante dei carabinieri. Tra i vari episodi ci sono pestaggi, appropriazione di droga, il pestaggio di un cittadino arrestato ingiustamente e accusato di spaccio di droga attraverso prove false, costruite ad hoc per poter giustificare l’arresto. L’inchiesta nasce dalla segnalazione di un ufficiale dei carabinieri che ha lavorato a Piacenza.

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