A cura di Diego Vallati


Diario di viaggio 16 giugno 2006 – Svezia centro/meridionale: La strada è molto bella, sale e scende con continue curve, in un paesaggio che sembra quello di montagna. In effetti pur non essendo molto alta, in tutta questa zona si pratica lo sci di fondo. Ogni tanto ai lati, tra gli alberi, l’immancabile lago. Uno è particolarmente bello, tanto bello che per guardarlo bene esco di strada, in discesa, con la concreta possibilità di vederlo … dall’interno. Solo un po’ di brivido, cento metri sui sassi “al pelo” del ripido pendio. Traffico sempre zero. A Ramnäs trovo un market, finalmente perché avevo finito i viveri e da un po’ la fame si è fatta sentire. Vedo diverse vecchie, grosse macchine americane. Gli svedesi ne sono innamorati, se ne vedono numerose in tutte le zone che attraverso (… quelle abitate). Ancora una volta cambio itinerario, la strada che contavo di percorrere ha uno sterrato di 20 km, decido di risparmiarli ad Oly (e anche a me). Non voglio fare troppi km perché sono stanco, inoltre vorrei fermarmi un po’ presto per telefonare a casa (non dal cellulare, che sembra bloccato) e magari lavare qualcosa. Questo fatto dei messaggi che non arrivano mi disturba. Ne ho mandato uno per prova all’amico Giorgio, ma non ha risposto neanche a questo.  Ad un incrocio vedo il simbolo di un ostello in direzione Angelsberg. Si tratta di un paesino con case vecchie, ma belle, difficile che superino le 20/25. L’ostello è poco più in alto della strada, sull’altro lato un lago da cartolina. Ci sono poche stanze, la mia è lillipuziana, un letto a castello ne occupa due terzi, sul lato opposto una finestra con una magnifica vista sul lago. Non ci sono negozi, corro all’unico ristorante a comperare qualcosa per la sera. Sta per chiudere e stasera non riapre, mi possono dare solo scampi (gamberetti, a dire il vero) con patate. L’unico telefono, alla stazione, non funziona. Di nuovo all’ostello, chiacchiero con un polacco. Conosce solo il polacco e lo svedese, io tutto il resto (si fa per dire…), ma riusciamo a capirci. Lui lavora qui, la moglie in Spagna. Riesco anche a fare un po’ di bucato e a stenderlo all’aperto. Le cose non vanno poi così male.  A cena per scongelare un minestrone con verdure, che mi hanno venduto qui all’ostello, impiego una vita. Lo mangio mentre si scioglie… Scaldo anche i cosiddetti scampi. Dalla puzza sembrerebbero da buttare, ma poi risultano mangiabili (o forse è la fame che li fa sembrare tali). Dopo cena scrivo questi appunti e mi faccio alcune birre nel giardinetto con vista sul lago. Al centro vi è un’isoletta con una graziosa fabbrica di olio/sapone, una meta turistica. E’ difficile staccarsi da questa veduta, resa più suggestiva dall’effetto della luce … della notte (siamo ancora lontani dal Circolo Polare, ma già qui la notte mantiene un po’ di luce). Proseguo la visione del lago anche in camera, per il resto della notte, non so se agevolato in questo dal minestrone congelato svedese, dai gamberetti che si credevano scampi o dalle birre. O tutto insieme.