CC_disoccupazioneIn occasione della Festa del lavoro i Vescovi hanno posto l’accento su un dato essenziale: il lavoro in Italia manca. Tale scarsità scardina in un numero sempre maggiore di persone, il timore di perdere la propria occupazione o di non poterne trovare una, induce a porre in secondo piano i valori irrinunciabili, quali dignità, diritti e salute. Le opere di misericordia le applichiamo per aiutare chi studia, chi insegna, chi si muove responsabilmente in un ambito di lavoratori precari e malpagati. Quando parliamo di afflitti da consolare, come non pensare ai nostri giovani, che gli scarsi investimenti nella cultura costringono ad una competitività che spesso esaurisce ed obbliga ad emigrare nei laboratori e nelle università estere; giovani che hanno bisogno di essere consolati, sostenuti, incoraggiati, perché dalla loro magra borsa di studio dovranno sfamare una famiglia appena formata, non di rado lontano da quei parenti che avrebbero potuto aiutarli. Chi lavora in équipe è chiamati a perdonare con sincerità le offese, giunte da chi giudica in modo impersonale e burocratico, da chi fa favoritismi clientelari e non premia il merito e il lavoro svolto, o da chi per competitività ed egoismo scavalca, mente, umilia. In linea con quanto affermato da Papa Francesco, ci sembra che innanzitutto il richiamo debba essere rivolto agli imprenditori: «La vocazione di un imprenditore è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita; questo gli permette di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo (Ev.g.n.203)». A ben vedere, però, si pone un’importante questione anche per i lavoratori, poiché il lavoro, presente o assente che sia, tracima e invade le vite delle persone, appiattisce il senso dell’esistenza, così che chi non aderisce alla stringente logica della produttività ad ogni costo viene scartato. Ecco, dunque, la responsabilità che tutti ci troviamo a condividere di fronte all’incapacità di fermarci e tendere la mano a chi è rimasto indietro, e cioè quella di lasciarci scivolare, intimoriti e atterriti da un mondo che non offre certezze, nel disinteresse per il destino dei nostri fratelli e, così facendo, perdere la nostra umanità, divenendo individui che esistono senza trascendenza e senza  legami sociali.
Il desiderio di scongiurare un tale pericolo sta a fondamento di alcune recenti iniziative della diocesi. L’apertura di Amico Lavoro, ha consentito di orientare e rafforzare la ricerca attiva del lavoro a 1700 persone. L’esperienza maturata in questo campo porterà, entro settembre, alla trasformazione di Amico Lavoro in uno Sportello-lavoro con la Cisl, ancora più specializzato nell’accompagnamento al lavoro. Il Laboratorio di Nazareth, poi, ha permesso di far convergere le necessità sociali attraverso la promozione di incontri e il sostegno concreto a proposte di relazioni professionali per arricchire la capacità a disposizione dell’associazione, di diffondere una mentalità nuova sul lavoro. Il Compralavoro, infine, ha inserito circa 50 persone in varie attività, la maggior parte con contratti a tempo indeterminato. La Carità del Vescovo verso chi aiuta la parrocchia ha favorito la preparazione, grazie ai circuiti di Formazione, di 18 collaboratori, i quali, dopo aver frequentato il corso sulla sicurezza, sono diventati collaboratori retribuiti in un’ottica che ci piace definire di “economia del dono”. C’è il desiderio concreto di allargare questo progetto a tutte le parrocchie, per attuare in modo organico e continuativo una solidarietà verso chi è in difficoltà, con contributi certi e sicurezza sul lavoro.