La storia della maggiore industria elettronica pavese é il tema della mostra allestita al Museo della Tecnica Elettrica di Pavia. Protagonista è la Società Magneti Marelli che, con i marchi FIVRE, Marelli Autronica e Magneti Marelli, nel corso di 70 anni dapprima ha dominato il mercato nazionale delle valvole per radio e quindi nei mercati globali ha concorso allo sviluppo dell’elettronica per l’auto fino ai primi anni del Duemila. La storia ha inizio nel 1932 con la decisione di Magneti Marelli, associata a FIAT, di lanciarsi nel mercato crescente delle radio, producendo attraverso FIVRE valvole italiane, anzi “italianissime”, non solo per gli apparecchi Radiomarelli, ma anche, in particolare, per le radioriceventi che il regime di allora voleva diffondere come strumento di propaganda. Il dopoguerra ha registrato straordinarie novità nel campo dell’elettronica. Negli anni 1950-60 allo sviluppo della televisione  FIVRE ha partecipato producendo cinescopi in bianco e nero. Ma è soprattutto la tecnologia dello stato solido che ha rivoluzionato la produzione dei componenti elettronici con l’invenzione del transistore e successivamente dei circuiti integrati e del microprocessore.
Magneti Marelli, dopo aver fatto esperimenti sul fronte dell’innovazione con i primi transistori e con circuiti elettronici per applicazioni varie, é tornata alla vocazione iniziale legata all’industria automobilistica e, con i marchi Marelli Autronica e successivamente Magneti Marelli, si é inserita tra i protagonisti, a livello mondiale, dello sviluppo delle nuove tecnologie elettroniche per l’auto, producendo centraline per l’accensione e il controllo dei motori. Infine strategie aziendali di razionalizzazione e ottimizzazione della produzione, verso la fine del secolo, hanno portato alla decisione di spostare lo stabilimento di Pavia altrove. Nella mostra la narrazione delle vicende dell’azienda si intreccia con quella dello sviluppo tecnologico, avendo sullo sfondo la città di Pavia nella quale l’azienda ha operato per quasi 70 anni, portando lavoro a maestranze, prevalentemente femminili, che nei momenti di maggior sviluppo superavano il migliaio di unità. La mostra, curata da Rino Rocchelli ed Antonio Savini e allestita da Enrico Valeriani, ha ricevuto il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Pavia e può contare sul sostegno di Magneti Marelli SpA.

La mostra rimarrà aperta al Museo della Tecnica Elettrica dell’Università, Via Ferrata 6, fino al 30 luglio e sarà visitabile, con ingresso libero, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Per informazioni info@museotecnica.it; tel. 0382 984104.