Don Enzo BoschettiQuando “un prete di casa nostra” diventa venerabile è sempre una grande festa. Se poi questo prete è Don Enzo Boschetti c’è davvero da essere felici. Perchè se lo merita tutto, lui, che ha speso una vita al servizio degli ultimi. Papa Francesco ha firmato ufficialmente il decreto riguardante le virtù eroiche del sacerdote pavese, dopo che la causa di beatificazione era stata avviata nel 2006. Tempi sempre molto lunghi, ma si sa, anche nella Chiesa le cose funzionano così, un po’ come per lo Stato. Da questo momento in avanti è possibile dunque procedere verso la beatificazione e la successiva canonizzazione dopo il riconoscimento e l’ufficializzazione da parte della Congregazione delle cause dei santi di almeno un miracolo, di qualsiasi genere, realizzato grazie alle azioni del candidato stesso.

Enzo Boschetti nacque il 19 novembre 1929 a Costa de’ Nobili, in provincia di Pavia. Figlio di autotrasportatori, ha vissuto una giovinezza semplice in un piccolo borgo rurale negli anni precedenti la seconda Guerra Mondiale. Nell’adolescenza frequentò l’Azione Cattolica. Alcuni ritiri spirituali tenuti a Villa Sacro Cuore di Triuggio (MI) fecero nascere in lui una generosa e sincera ricerca vocazionale che culminò nel 1949 con la fuga di Enzo da casa e l’ingresso nei Carmelitani Scalzi a Monza dopo aver letto l’autobiografia “Storia di un’anima” di Santa Teresa di Lisieux. Scelse inizialmente la vocazione al sacerdozio ma fu invece orientato dai superiori a quella di consacrazione. Per sette anni Enzo, con il nome di fra’ Giuliano, visse nel Carmelo Teresiano come semplice frate.

Ma la sua vocazione era evidentemente un’altra, ovvero quella del sacerdozio alla frontiera e del servizio del Vangelo alla lettera. Iniziava da questi propositi la grande scommessa della Casa del Giovane, riconosciuta dalla Chiesa pavese nel 1992 (l’anno prima della morte di don Enzo), attraverso cui don Enzo riusciva ad avvicinare e ad essere di supporto alle fasce giovanili in difficoltà. Erano gli anni duri delle tossicodipendenze e delle droghe pesanti, dei giovani persi per strada e che occorreva al più presto prendere per mano.

Don Enzo morì a 63 anni, il 15 febbraio del 1993. Il suo messaggio è stato raccolto e portato avanti al meglio, prima da Don Franco Tassone e poi da Don Arturo Cristiani. Il messaggio di Don Enzo, dunque, è più vivo che mai, in quella Casa del Giovane che vede rinascere tante vite, ogni giorno. E questo è già un grande miracolo quotidiano.