FibronitIl dramma dei morti d’amianto in Oltrepò Pavese: sono stati condannati a Pavia due ex manager della ditta Fibronit, azienda in cui si realizzavano prodotti in amianto a Broni. Michele Cardinale, 74 anni, ex amministratore, è stato condannato a 4 anni, l’ex direttore di stabilimento Lorenzo Mo, 70 anni, a 3 anni e 4 mesi. Le condanne per il reato di omicidio colposo sono state sentenziate in relazione alla morte di 27 fra dipendenti della fabbrica e residenti, deceduti per patologie legate all’amianto.

La Comunità  Europea ha comminato solo pochi anni fa condanne  per vietare l’estrazione, l’utilizzo e la commercializzazione di amianto. Un ritardo che ha mietuto vittime in tutta la Penisola con notevoli danni non solo sulla salute di lavoratori che sono stati esposti a questa fibra killer, ma anche su interi complessi urbani. L’incidenza  di gravi patologie oncologiche con un ‘alta percentuale di decessi ancora oggi, dopo decenni, risulta in continua progressione. Gli abitanti più colpiti dal mesotelioma, il tumore provocato dall’esposizione all’amianto, sono quelli nel Nord Italia (Piemonte e Lombardia). E, non a caso, la Fibronit a Broni e  l’Eternit a Casale Monferrato, i due stabilimenti più “drammaticamente contaminati” si trovano proprio  in queste regioni.

E mentre su tutto il territorio italiano  le persone inconsapevoli dei rischi continuano ad ammalarsi e morire – di fatto in Italia non è mai stata fatta una campagna informativa sulla pericolosità da esposizione e utilizzo da amianto – in Francia già dal 2002 sono stati resi disponibili circa 550 milioni di euro all’anno a favore delle vittime da eternit, sia quelle esposte per motivi professionali o ambientali.

Solo nel 2010 il decreto attuativo ha previsto 50 milioni di euro per le vittime professionali, nel nostro Paese.