Brusco crollo del fatturato fino all’80% per le aziende vitivinicole lombarde, con l’allarme liquidità che mette a rischio un settore nel quale a livello provinciale sono impegnate oltre 1.500 aziende vitivinicole e che produce vini di qualità (DOCG, DOC e IGT) su oltre 13 mila ettari coltivati a vigneto. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Pavia a fronte delle gravi difficoltà generate al settore dall’emergenza coronavirus.
A pesare sulla mancata vendita dei vini di qualità è stata la chiusura forzata di alberghi, agriturismi, enoteche, bar, e ristoranti avvenuta in Lombardia e in Italia, oltre che un forte calo delle esportazioni aggravato anche dalle difficoltà logistiche e dalla disinformazione. La situazione pavese e lombarda riflette quella nazionale dove, secondo Coldiretti, sono a rischio crack quasi 4 cantine su 10. Senza vendite – precisa la Coldiretti – le aziende non riescono a far fronte ai pagamenti e a finanziare il ciclo produttivo che, dalla campagna alla cantina, non si può fermare.
Le misure messe in campo con il blocco delle rate di mutui, prestiti, tasse, contributi sono certamente utili ma non bastano. È indispensabile – chiede Coldiretti – mettere a disposizione delle aziende vitivinicole liquidità sotto forma di prestiti a lunga scadenza a tasso zero e garantiti dallo Stato, pari ad una percentuale del fatturato dell’anno precedente, da erogare attraverso una semplice richiesta alle banche. Un intervento veloce e semplice che dovrebbe essere garantito indipendentemente dalla dimensione aziendale al quale va aggiunta – precisa la Coldiretti – anche una compensazione a fondo perduto sulle perdite subite sotto forma di “risarcimento del danno”. Ed è necessario – continua Coldiretti – che una misura similare sia garantita a bar, ristoranti, alberghi agriturismi per evitare il blocco dei pagamenti delle forniture a cui si sta assistendo e per fare in modo che non chiudano.