BOCCIA E LA “MOVIDA”: SE VA AVANTI COSI’ NIENTE MOBILITA’ TRA REGIONI. LA NUOVA FIGURA DELL’ASSISTENTE CIVICO. COME LEGGERE I BOLLETTINI DELLA LOMBARDIA CON “ZERO” DECESSI. (tutte le notizie sul sito diegobianchinews.it @copyright pagina Fb, oggi dirette video ore 17 e ore 21,30)
SITUAZIONE – In Italia, dall’inizio della pandemia, sono almeno 229.858 persone hanno contratto il coronavirus: di queste, 140.479 sono guarite, 32.785 sono decedute (ma secondo i dati dell’Inps sarebbero almeno 20.000 in più), ben 15.840 le vittime in Lombardia, regione più colpita, con 87.110 positivi e 45.656 guariti . Secondo gli ultimi dati elaborati dalla Johns Hopkins University, in tutto il mondo invece i casi sono più di 5,4 milioni, con oltre 345 mila morti.
BOCCIA – “Non siamo sorpresi per quel è accaduto in questo fine settimana. Ma se è comprensibile e umano, dopo due mesi, uscire di casa, non dobbiamo dimenticare che siamo ancora dentro il Covid 19 e dunque chi alimenta una movida sta tradendo i sacrifici fatti da di milioni di italiani”. Lo dice, in un’intervista alla Stampa, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. “A fine settimana – spiega – il Consiglio dei ministri farà le sue valutazioni in base al numero dei contagi. E per lo ‘sblocco’ della mobilità tra Regioni, faremo le nostre valutazioni: non è detto, ma potrebbe diventare inevitabile prendere tutto il tempo che serve”. “La maggioranza dei cittadini – osserva Boccia – rispetta le regole ed è indignata per i comportamenti di poche persone. Sinora abbiamo usato il metodo del bastone e della carota: sembra aver funzionato”. E gli assistenti civici, aggiunge, saranno “migliaia di persone in strada per ricordare a tutti le regole della nostra convivenza”.
GIOVANI E MOVIDA – In questi giorni abbiamo assistito al “rompete le righe” in molte città e in molti paesi. Soprattutto i giovani si sono riappropriati degli spazi che erano stati tolti loro con la lunga fase di lockdown e le misure di restrizione. Attenti però agli eccessi: vedere certe immagini di assembramento, da Bergamo e Brescia (città colpita con violenza dal coronavirus) fino a Rimini, Napoli e Palermo ha portato molti governatori di regioni e sindaci ad usare il pugno duro. A Brescia addirittura ora scatta il “coprifuoco” con chiusura di tutti i locali alle 21,30. Sta pensando ad una soluzione del genere anche il sindaco di Rimini. Controcorrente il sindaco di Napoli Luigi Demagistris: “”Napoli sarà aperta 24 ore su 24. Niente più bar obbligati a chiudere alle 23, niente più orari per nessuno. Ristoranti, locali, negozi, parchi, servizi: tutti potranno restare aperti ininterrottamente giorno e notte”.
A Milano il sindaco Beppe Sala commenta: “Per gestire la vita notturna e gli aperitivi fuori dai locali evitando assembramenti “dobbiamo trovare una formula. È chiaro che io vorrei evitare chiusure a tutela di chi sta lavorando, però è altrettanto chiaro che questo weekend non è stato sereno e non possiamo immaginarne un secondo in questo modo”. A Pavia un ragazzo ha abbracciato la sua fidanzata in Strada Nuova ed è stato multato con 400 euro: entrambi indossavano la mascherina ma le misure emergenziali ancora in atto non ammettono slanci affettivi (non sono state osservate le norme di distanziamento e la pattuglia in borghese appostata in zona ha elevato la pesante contravvenzione). Solo la convivenza permette di camminare non rispettando le distanze.
ASSISTENTE CIVICO – “Gli assistenti civici sono importantissimi, ma è solo un primo passo. Speriamo di avere molte adesioni”. Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, parlando della misura che permetterà ai Comuni di avere a disposizione 60mila volontari che avranno il compito di aiutare a vigilare sul rispetto delle regole durante la Fase 2. “Non sono ronde, ma distributori di buona educazione. Serviranno nei parchi o nei mercati per contare gli ingressi. Li useremo anche per distribuire generi alimentari e farmaci”, ha spiegato Decaro. “La situazione è difficilissima da gestire senza risorse: ci chiedono il monitoraggio, la sanificazione giornaliera degli arredi nei parchi pubblici. Sforzi incredibili nel trasporto pubblico”.
LOMBARDIA – Ci sono dei dati che vanno spiegati per essere capiti: quel “zero decessi” in Lombardia di ieri ha subito fatto gridare all’euforia, ma non significa affatto “pericolo scampato” e nemmeno “ora possiamo permetterci di tornare a fare la vita di prima”. Il virus sarà anche meno aggressivo ma non passa con un colpo di spugna. Vittorio Demicheli, l’epidemiologo alla guida della task force della Regione Lombardia e direttore sanitario dell’Ats di Milano, spiega sul Corriere che occorre fare verifiche dei Comuni, perché in alcuni casi i dati vengono registrati con giorni di ritardo. E che il dato dei decessi rispecchia l’andamento di storie cliniche iniziate qualche settimana prima, poiché è una conseguenza del dato che emerge dalle terapie intensive. A morire infatti sono quasi sempre i malati più gravi che spesso erano intubati, quelle persone con un quadro clinico compromesso ricoverate con troppo ritardo tra fine Febbraio e inizio Aprile. Quanto a chi dice che il virus ora è meno “letale” Demicheli risponde che “il virus ha fatto la cosiddetta mietitura, ha accelerato quindi il percorso clinico di persone fragili, in molti casi con altre patologie. Può essere che ora abbia consumato il bacino dove poteva fare più danni e si presenti con letalità contenuta. Comunque il fatto che le terapie intensive si stiano svuotando è un buon segno. Come pure il 118 riceve molte meno chiamate per Covid-19 e i Pronto Soccorso degli ospedali tornano alla loro normale routine: questi sono i dati da osservare e rilevare per valutare bene l’andamento della situazione.
I dati vanno dunque letti nel loro complesso e fatti capire nel modo giusto. Come per i nuovi positivi, 285 da ultima rilevazione, sui cui pesa in questi giorni lo screening che arriva dalle Rsa. Tre giorni fa infatti si è concluso lo screening di massa su operatori e personale ma i referti di quei tamponi entrano ancora nei dati di questi giorni. Ci sono poi i positivi che emergono dai test sierologici e quelli segnalati dai medici di base nel quadro di sorveglianza diffuso che parte anche dalle segnalazioni dai luoghi di lavoro. C’è poi qualche caso di contagio in famiglia, ma non troviamo più catene lunghe.
FONTANA E GALLERA – “La Lombardia additata come il problema? Credo che purtroppo questa sia stata una comunicazione distorta che si è voluta dare”. Così il presidente della Lombardia Attilio Fontana ribadisce l’attacco sferrato alla Regione da più parti. “È sbagliato parlare della Lombardia come problema, bisogna parlare di alcune zone della Lombardia, perché ci sono delle province che fortunatamente hanno affrontato il problema del coronavirus come in gran parte del resto del Paese. Le zone in provincia di Varese, di Como, di Lecco, di Sondrio ma la stessa Mantova sono state appena sfiorate dal virus. Hanno avuto delle situazioni preoccupanti, ma assolutamente non comparabili con quello che è successo a Bergamo, a Lodi a Cremona e anche a Brescia. Evidentemente non è una questione di Lombardia, ma di territori dove il virus stava girando probabilmente da mesi senza che nessuno se ne fosse accorto. È talmente vero che la provincia che ha avuto i numeri più negativi è quella di Piacenza, che non c’entra niente con la Lombardia”. L’assessore al welfare Giulio Gallera invece si difende dalle accuse dopo l’ultima gaffe, ripresa duramente sui social. Quella frase “Con indice Rt a 0,51 ci vogliono due positivi per infettarmi”, confondendo un dato meramente statistico con la sua applicazione “in concreto”, ha spiegato che si è trattato di un tentativo di semplificazione del concetto: ” Rt a 0,5 è un buon risultato perché significa che 100 persone ne infettano 50, volevo dire che c’è stato un rallentamento e semplificare il fatto che è ridotta la potenza del contagio. Anche sul ministero degli Interni c’è scritto che con Indice a 0,7 una persona non infetta, ma nessuno ha lapidato gli esponenti del ministero degli Interni”. In sintesi, per spiegare bene come stanno le cose e non confondere ulteriormente le idee: basta incontrare in modo ravvicinato una persona con il Covid 19 per contagiarsi. L’indice Rt, che ha sostituito R0 e che misura la velocità di diffusione del virus, attualmente in Lombardia è allo 0,5, in che significa che un malato è in grado di trasmetterlo a meno di una persona. Quando l’Rt invece è uguale a uno vuol dire che per un malato c’è un contagiato, ma la trasmissione in ogni caso resta da una persona all’altra. E’ sempre bene informare in modo chiaro, evitando inutili sterili polemiche politiche, che lasciano il tempo che trovano (come del resto i politici).
INDAGINI SIEROLOGICHE – Parte oggi l’indagine sierologica su un campione Istat di 150mila italiani, decisa dal governo su indicazione degli scienziati, per stabilire in che misura e tra quali fasce di popolazione abbia più circolato il virus. Il campione, distribuito in 2000 comuni, consentirà non solo di raccogliere informazioni sulle diverse aree geografiche del Paese, ma anche sulla diffusione dell’epidemia per classi di età (ne sono state selezionate 6), sesso e attività economica. Andando ad individuare quanti italiani hanno sviluppato anticorpi al Covid non solo sarà possibile capire quanta della popolazione sia oggi almeno ipoteticamente immunizzata, ma anche individuare le strategie sanitarie migliori per proteggere le categorie più a rischio di infezione. Il test è su base volontaria, ed anche per questo il ministero della salute, che insieme all’Istat e con la collaborazione della Croce Rossa è promotore dell’indagine, ha prodotto uno spot televisivo per sensibilizzare la popolazione ad aderire all’indagine. In Lombardia, regione più colpita, sono 20.000 i partecipanti a questo test in forma anonima. Per ora gli screening promossi da Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Lazio tra le fasce di popolazione più esposta come sanitari e forze dell’ordine, dicono che gli immunizzati sono intorno al 10% nelle aree dove sé registrato il maggior numero di positivi ai tamponi, mentre le percentuali scendono altrove. E ancor più modeste si presuppone siano tra la popolazione generale.
INPS SU BONUS DOMESTICI – I lavoratori domestici non conviventi con rapporti di lavoro per almeno 10 ore settimanali possono fare da oggi domanda per il bonus previsto dal dl Rilancio per i lavoratori domestici. Lo si legge sul sito Inps. nel quale si sottolinea che la misura straordinaria di sostegno è stata introdotta per supportare i lavoratori domestici in condizioni di difficoltà economica causata dall’emergenza. Dopo aver effettuato l’autenticazione al servizio, sono consultabili i manuali che forniscono le indicazioni per la corretta compilazione della richiesta. L’indennità è di 500 euro al mese per Aprile e Maggio.
PALESTRE E PISCINE – E’ il d-day per palestre, piscine, circoli sportivi che riaprono in Italia, dopo l’interruzione imposta dal coronavirus in ambienti a forte rischio contagio. Ma non ovunque: di certo le attività sportive resteranno chiuse in Lombardia fino al 31 maggio e in Basilicata fino al 2 Giugno. Prendono tempo anche le piscine e palestre comunali di Bologna, chiuse fino a fine mese per definire i protocolli di sicurezza con i gestori. Per tutti infatti sarà una nuova vita, fatta di obblighi di legge, cautele, tempi che si allungano e clienti che si riducono o si diradano. Il nuovo ‘codice’ sono le linee guida aggiornate e approvate dalla Conferenza delle Regioni e poi attuate nel dettaglio attraverso protocolli ad hoc per garantire l’allenamento in sicurezza per clienti e istruttori. D’ora in poi, parola d’ordine diventerà ‘prenotare’ corsi e lezioni, in modo da evitare il più possibile gli assembramenti e migliorare la gestione degli spazi. Le novità cominceranno dalla porta: sia in palestra che in piscina si entrerà con la mascherina. Altro obbligo, disinfettarsi le mani all’ingresso e uscendo, grazie ai dispenser, spesso preferiti ai guanti. E’ prevista, ma non obbligatoria, la misurazione della temperatura con termoscanner per non far entrare chi ha più di 37 gradi e mezzo. In ogni caso, all’ingresso i clienti dovranno firmare un’autocertificazione sulle proprie condizioni di salute (se hanno contratto il Covid, se hanno fatto la quarantena ecc) e i gestori delle attività conserveranno i dati per 14 giorni. In palestra saranno richieste scarpe ginniche ‘dedicate’. Step successivo sono gli spogliatoi: si entrerà pochi per volta (ma alcuni potrebbero restare chiusi), si starà a un metro di distanza e i vestiti andranno messi nelle proprie borse, lasciate negli armadietti. Durante gli esercizi i clienti staranno lontani almeno 2 metri fra loro e non avranno l’obbligo della mascherina.In piscina la superficie a disposizione di ognuno arriverà a 7 metri quadrati, mentre dovrà esserci almeno 1 metro e mezzo fra sdraio e lettini delle persone, se non sono conviventi. In più una differenza: gli istruttori di nuoto dovranno avere la mascherina anche se non a stretto contatto con gli utenti. Su questo molti gestori di piscine non nascondono le riserve, considerando il caldo che c’è normalmente a bordo vasca e il rischio che non si senta bene la voce dell’allenatore. Alle piscine sono richieste analisi chimiche, oltre alle batteriologiche e, per tutti vale l’obbligo di disinfezione degli attrezzi (da quelli in sala pesi ai galleggianti in acqua) a ogni uso o a fine giornata se presi solo da un cliente. Cambierà pure l’accesso alle docce: consentito a ‘numero chiuso’, oppure nelle palestre ridotto al minimo ad esempio per chi fa sport in pausa pranzo e dovrà tornare in ufficio, non certo sudato o in tuta.
ATTENZIONE: LA MASCHERINA DEVE COPRIRE NASO E BOCCA, NON SOLO LA BOCCA! E UTILIZZATE SEMPRE IL DISTANZIAMENTO DI ALMENO UN METRO DALLE PERSONE, EVITANDO LUOGHI AFFOLLATI. LA NUOVA “NORMALITA’” VERRA’ VINTA CON L’ATTENZIONE E IL SENSO DI RESPONSABILITA’ DA PARTE DI TUTTI!!! DIFFONDETE SOLO NOTIZIE CERTE!!!
Ecco i numeri utili: 1500 (Ministero Salute), 800894545 (numero verde Regione Lombardia) e 112 (emergenza). Numero verde supporto psicologico 800833833, Numero per vittime di violenza e stalking 1522 #emergenza #coronavirus #fase2 #ripartelitalia #restiamoadistanza #nofakenews #paviaunotv #itinerarinews