A cura di Don Franco Tassone

Papa Francesco in un “accorato appello” durante l’Angelus domenicale, ha detto: “Esprimo il mio più sentito dolore dinanzi a tali tragedie. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi”. L’ha detto ancora il Papa “un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte”, ” e si teme vi siano centinaia di vittime. Sono uomini e donne come noi. Fratelli nostri che cercano una vita migliore. Affamati, perseguitati, feriti, sfruttati. Vittime di guerre. Cercano una vita migliore. Cercavano la felicità”. Bergoglio ha poi invitato i fedeli a una preghiera in silenzio per coloro che nella notte hanno perso la vita nel naufragio. “Ci troviamo davanti a una tragedia immane che deve scuotere la comunità internazionale e richiama all’impegno i Paesi dell’Unione Europea”, ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota. “Desidero ringraziare e rivolgere pubblicamente un elogio alle donne e agli uomini dei  nostri corpi militari  e a tutti i soccorritori che si stanno prodigando, in acque internazionali, con generosa disponibilità e grande professionalità”, continua la nota. Non si può assistere senza reagire all’indegna tratta di esseri umani di cui sono vittime i profughi spesso condotti a morire in mare dai trafficanti assassini. La morte di centinaia di profughi manifesta la totale insufficienza delle iniziative assunte fin qui dalla comunità internazionale rispetto alla conseguenze delle guerre, delle persecuzioni, delle carestie che flagellano tanta parte dell’Africa e del Medio Oriente. Il governo italiano sta compiendo, con tempestività, passi importanti a livello europeo e internazionale. Occorre una iniziativa umanitaria straordinaria che coinvolga, oltre all’Unione Europea, gli organismi internazionali e le agenzie dell’Onu per politiche che affrontino l’emergenza sin dai Paesi di origine. Mi auguro che la sensibilità  ai diritti umani prevalga sull’indifferenza che spesso sconfina nel cinismo. Da molti anni vivo in contatto con realtà di servizio ai più poveri, conosco la fatica dei volontari, la dedizione dei consacrati, lo sforzo di coniugare risorse e bisogni, la ritirata delle istituzioni e la delega al terzo settore per rimarginare le ferite della nostra società. Mi stupisce che chi non ama accogliere e ci accusa di Buonismo poi imbarca ogni elettore di qualsiasi “ambigua” opinione, mentre chi non ci giudica mollicci nell’apertura ai disperati, riduce le risorse per aiutare chi è nel disagio. La battaglia di civiltà nel paese più riconoscibile per la sua immigrazione, ha un tessuto inquinato di qualunquismo che non ha nessuna radice nella cultura del Bel Paese. La nostra cultura mi pare sia riscontrabile in quel passo del Civitate Dei in cui Agostino di fronte alla calata di Alarico, barbaro dell’esercito romano, nel 410 dC prima di occupare Roma, la caput mundi, si pose il problema di difendere le persone civili, non sfigurare la città ma, come annotava il grande autore cristiano: “la violenza fu lieve”  perché il cristianesimo aveva mitigato gli animi e responsabilizzato verso il bene comune.